Mercoledí
30 marzo 2011. Addolorato dallo scenario di degrado dell’ex campo
profughi di Capua, il Presidente dell’Accademia Palasciania, Marco Palasciano,
si è recato in municipio – al termine dell’odierna seduta del consiglio
comunale, alle 16.30 circa – per chiedere personalmente al Sindaco
della città, il dottor Carmine Antropoli, chiarimenti
circa la sorte delle famiglie rumene stanziate nei fabbricati semidiruti
(tra irrimossi cumuli di rifiuti compattati e sversati da ignoti, in
onta a ogni ideale di bonifica), famiglie alle quali l’Amministrazione
comunale ha tagliato l’approvvigionamento idrico lo scorso 17 febbraio,
cioè ormai da piú di un mese e mezzo; chiarimenti lungamente attesi dal
Comitato spontaneo “24 febbraio”, di cui la nostra Accademia fa parte, e
finora dal Sindaco non pervenuti.
Palasciano
si è dunque presentato davanti ad Antropoli – e agli occasionali
testimoni che si trovavano adunati nel salottino in cui, poc’anzi, altri
contava aneddoti faceti – col severo contegno dello Spettro del
Commendatore al convito
di Don Giovanni, Don Giovanni seduto e Spettro in piedi; e, dopo aver
sottolineato di non appartenere ad alcuna cosa politica, ha espresso le
proprie gravi preoccupazioni, domandando in primo luogo ragione del
nocumentosissimo protrarsi della privazione d’acqua, acqua che è un diritto inalienabile,
acqua che il Sindaco aveva promesso un mese e mezzo fa di far tornare
quanto prima, e la cui privazione fra l’altro espone a particolare
rischio qualche bambino rumeno malato d’epilessia (non bastavano gli
scolari e studenti ridotti a studiare a lume di candela, per la mancanza
d’elettricità).
La
risposta del Sindaco, in breve, è stata che l’acqua era già stata
riallacciata; ma Palasciano ha immediatamente smentito tale dato,
essendo stato in visita all’ex campo lunedí pomeriggio in concomitanza
del sopralluogo di Paul Polansky
– entrando fin nelle abitazioni dei rumeni – e avendo cosí constatato
che d’acqua, là, non v’è una goccia. (Inoltre, come avremmo poi saputo,
fino alle 14.30 circa di oggi Nadia Marino – Presidente di Opera Nomadi Caserta – e altri attivisti, tra cui l’avvocato Sica, si trovavano in ulteriore sopralluogo presso le suddette abitazioni: e l’acqua continuava a brillare per assenza.)
Una signora è intervenuta domandando al nostro Presidente chi egli fosse. «Sono Marco Palasciano, pronipote di Ferdinando Palasciano. Nella sala consiliare qui a fianco, fra l’altro, vi è un dipinto che appartenne a lui, e che a esergo reca una frase di Terenzio,
la quale piú o meno recita: “Cosí il suggestionabile popolo suole
andare appresso ai saltimbanchi”. Ma né a saltimbanchi, né a
politicanti, né ad altro io vado appresso, se non al sentimento etico,
come già quel mio illustre prozio; che era medico come lei, signor
Sindaco. E lei, che ha prestato il giuramento d’Ippocrate, non può
lasciare che restino senz’acqua dei bambini malati».
Ovemai
il richiamo all’etica non bastasse, Palasciano ha riferito ad Antropoli
della visita di Polansky all’ex campo profughi, avvisandolo delle
conseguenze che sull’immagine della città di Capua nel mondo potrà avere
la pubblicazione del documentario qui girato lunedí dal poeta e
fotografo americano, nota e stimata autorità nel campo della difesa dei
diritti umani (tra l’altro inviato qualche anno fa dall’ONU a
documentare le vessazioni subíte dal popolo rom in Kosovo). Decisamente
una pessima pubblicità per l’Amministrazione comunale uscente se non per
Capua intera, di fatto città a rischio di venire additata come teatro
d’atti disumani.
Il
nostro Presidente ha pregato il Sindaco di passarsi «una mano sulla
coscienza», in conclusione, e porre rimedio. Nel frattempo, alcuni dei
personaggi presenti nel salottino hanno esternato commenti piú o meno
originali: emblematico su tutti «Questo è un pazzo, lasciatelo
perdere!», riferito ovviamente a Palasciano, il quale è stato pure
tirato per il giacchetto; o «Perché i rumeni non li fa venire a vivere a
casa sua?», come gli ha suggerito un altro; o, a degna chiusa, un
terzo: «Io l’acqua la pago; perché i rumeni non dovrebbero pagarla?».
Allora
Palasciano ha ricordato a quei perfetti capuani che le famiglie rumene
hanno ben chiesto di poter regolarizzare, contatore e tutto, la propria
situazione idrofiscale (a differenza, pare, di altri: i quali, come ci hanno poi segnalato gli attivisti là
recatisi stamattina, dell’approvvigionamento idrico risulterebbero
usufruire tuttora senza pagare; né alle loro dimore si son volte le
ruspe, fino adesso). E ha pure ricordato che a tutela delle famiglie
rumene vi sono degli avvocati, pronti fra l’altro a denunciare
l’Amministrazione comunale di Capua ovemai a qualche piccolo infermo
avvenisse qualcosa d’irreparabile a causa della mancanza d’acqua.
Aggiornamenti: Nadia Marino ci riferisce di essere tornata all'ex campo profughi la sera del 31 marzo, e là «Ancora niente acqua».
Quattro anni dopo, ancora niente acqua, dicono in questo video di Striscia la notizia: https://www.facebook.com/video.php?v=10153213614764513
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