Il sacco del 1501, quadro VI di Le strade e le storie di Capua di Marco Palasciano, in prima rappresentazione. Capua, 10 settembre 2005. Foto di Mario Nardiello. |
La puntata n. 6 e relativa replica (tema: vedi qui) si terranno – sempre gratis – l'una domenica 23 marzo alle ore 18.15 nel Palazzo della Gran Guardia (Capua, piazza dei Giudici), sede dell'Associazione Pro Loco, e l'altra lunedì 24 marzo alle 21.15 in altra sede, la cui ubicazione potrà essere conosciuta dalle persone interessate telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook.
La puntata n. 5, intanto, è consistita in una lezione-spettacolo dedicata a Melpòmene, musa della tragedia, associata al cielo del sole, più una serie di giochi e improvvisazioni teatrali. Di séguito l'elenco degli argomenti trattati nella lezione (si ringrazia, in proposito, la consulenza di Daniele Ventre, che solse mille dubbi pazientissimo) e, a seguire, il resoconto di giochi e improvvisazioni:
Louis de Boullogne, Uranie et Melpomène, 1680-81, dettaglio da noi ritoccato col rimuoverne la sfera armillare di Urania (qui l'originale). |
Melpomene sulla Ruota assiologica
Naturalità della violenza compresa nel settore Bestialità (Selva + Trogolo). Il settore Violenza innaturale (Crimine + Repressione). Come il crimine sia diviso tra Razionale e Irrazionale. Corrispondenza della polarizzazione Bene/Male con la polarizzazione volontà/meccanica: la meccanica (pur se a volte mascherata da volontà) riguarda le pulsioni alimentate delle nostre componenti mentali meno evolute; la volontà (autentica) nasce nella parte piú evoluta della mente ed è tutt'uno con l’amore.
Melpomene e il sole
Lo scotto della hýbris, e un suo simbolo: il sole come ustione e accecamento. Icaro. Fetonte. Da Helios ad Apollo, da Selene ad Artemide. Apollo e le Muse sulle due vette del Parnaso. Il santuario di Delfi. La presenza di Apollo nella tragedia greca. La pestilenza al principio dell'Iliade. Apollo come emblema di giustizia cosmica.
Le caratteristiche della tragedia greca
Le Grandi Dionisie e gli agoni tragici. Il mecenatismo obbligato. Il prestigio dei teatranti tragici. L'organico attoriale. Il coro. I versi: per attori e corifeo il trimetro giambico (simile all'endecasillabo sdrucciolo, es.: «Oggi mi si è scassato il forno elettrico»); per il coro altri metri: il tetrametro trocaico catalettico (simile a un ottonario più senario, es.: «Oggi s'è scassato il forno, minchia, il forno elettrico»), i metri anapestici (catene di “taratà taratà”) ecc. I grandi cicli mitici: troiano, tebano ecc. La catarsi secondo Aristotele. La catarsi secondo Proclo (Commento alla «Repubblica» di Platone, I, 42; cerca qui): cfr. il nostro assistere piacevolmente a film violenti e sanguinosi.
Edipo interpretato da Daniele Pecci, nell'Edipo re di Sofocle per la regia di Daniele Salvo. Teatro greco di Siracusa, giugno 2013. Foto di Franca Centaro. |
Mechanè. |
La questione delle origini. Il ditirambo dionisiaco. Satiri e sileni. Tragos e tragedia. Arione nel mito: le costellazioni della Lira e del Delfino. Tespi introduce il primo attore. Frìnico attenua i tratti burleschi. Pràtina sviluppa il dramma satiresco. Èschilo introduce il secondo attore, Sòfocle il terzo. Le innovazioni di Eurìpide.
Hýbris e tísis in Eschilo
Eschilo è anche un filosofo (vedi E. Severino, Il giogo, 1989). Il superamento della concezione di Erodoto sugli «dèi invidiosi»: nella concezione eschilèa la hýbris umana infrange l'equilibrio universale, e la tísis (punizione) divina la ristabilisce; attraverso l'errore e il conseguente dolore, infine, l'uomo matura la conoscenza di sé e del cosmo.
Giovanni Lanfranco, Arione e il delfino, 1604-1605. |
«Premi e punizioni non hanno senso nella filosofia palascianiana [...]. Ora, senza addentrarci troppo nella questione dello psicokarma ecc., limitiamoci ad accennare che l’etica universale probabilmente non è un qualcosa a priori, che nasce prima del mondo, ma un’essenza che l’onniscienza collettiva delle anime [vedi resoconto della puntata n. 8 di Urna Maris barocca, schema finale] va distillando dalla nostra stessa esistenza biologica e psicologica, di noi umani e delfini ed abitanti d’altri pianeti, in questo grande laboratorio che è l’universo materiale, manifestazione finale dell’essere. Tutto tende a questo: l’etica universale, e piú ampiamente l’assiologia universale».
Di séguito l'elenco dei giochi e delle improvvisazioni teatrali cui ci si è dedicati nel secondo tempo:
Alcuni degli oggetti di scena usati durante la nostra Orestea improvvisata. |
ESERCIZI DI RISCALDAMENTO
Antica maschera tragica greca. |
Camminare per la sala. Se si incontra per caso lo sguardo altrui, assumere una delle seguenti espressioni, a scelta: terrorizzante, terrorizzata, supplice, compassionevole, amorevole, lasciva. (Scherza infine il regista: «In realtà questo esercizio degli sguardi non serve a niente: nelle tragedie greche tutti gli attori usavano maschere».)
Mimica corale
Camminando, atteggiarsi via via come:
● anziani;I quattro temperamenti (variante)
● coèfore (ancelle che recano libagioni);
● Erinni (svolazzanti e urlanti, con in mano strumenti di supplizio: un tagliacarte simile a un pugnale, un paio di tenaglie a pappagallo, un vecchio trapano a manovella);
● satiri e ninfe (gli uni cercando di far alle altre il solletico, e quelle cercando di non farselo fare).
Arrestare l'ambulatio e disporsi in fila. Esprimere tutti insieme ora allegria, ora amorevolezza, ora tristezza, ora aggressività, nel contempo recitando in coro il verso corrispondente, ripetuto più volte, sotto la direzione ritmica del regista:
«Evviva il vino! evviva l’allegria!»Gioco della molecola (variante)
«Tutto è pace ed amore nel mio cuore!»
«Miseri noi! la vita è solo pianto!»
«Morte al vile! a me il ferro! sangue, sangue!»
Si forma una «molecola» (vedi Arca Arcanorum, resoconto della puntata n. 0, paragrafo Tormentata costruzione di un cerchio), stavolta senza saldare il cerchio e sostituendo al ringhio direttamente il lamento, concludendo col solito urlo corale.
ANTEFATTO
Palasciano alla regia durante la puntata n. 9 di Euristicon, 2012. Foto di Carolina Pragliola. |
1. Il supplizio di Tantalo● Tàntalo generò Pèlope e altri (che tutti cucinò, e che gli dèi resuscitarono);
Per la scena del
banchetto di Atreo
ci siamo ispirati al
Thyestes di Seneca.
Qui il suo testo
completo (ma da
noi non usato).
● Pelope generò Àtreo, Tieste ecc.;
● Tieste generò Pelòpia (che egli stuprò), più Egisto (frutto dell'incesto con Pelopia), più altri figli (che Atreo gli cucinò);
● Atreo con Ippodamìa generò Agamènnone e Menelao, con una ninfa generò Crisippo (che fu ucciso dai fratelli), e in più allevò Egisto credendolo suo;
● Agamennone con Clitemnestra (che lo ucciderà) generò Ifigenìa (che egli sacrifica), Elettra, Oreste (che ucciderà la madre ed Egisto) ecc.
[Un attore fa Tantalo e un altro fa un albero, carico di frutti (due mandarini che l'albero tiene in mano)]
2. Il banchetto di Atreo
[Tieste a tavola (con piatto e posate di plastica, e al bavero un tovagliolo) con Atreo che, dopo il brindisi con quel che si rivela sangue (in bicchieri di carta), al domandar Tieste «Dove sono i miei figli?» gli mostra le loro teste mozze (due attori s'affacciano sul bordo del tavolo), rivelandogli d'avergli dato in pasto il resto delle loro carni]
3. Tieste dall'oracolo di Delfi
[La Sibilla sta dietro un velo, retto dal regista che fa il sacerdote e così intermedia tra Tieste e lei, che ingiunge a Tieste di ingravidare la figlia Pelopia acché il figlio-nipote lo vendichi]
Egisto a 7 anni, colla spada di Tieste. |
4.1. Atreo tiene in braccio Egisto neonato*
[Egisto è qui raffigurato da un bambolotto]
4.2. Egisto riconosce Tieste e uccide Atreo
[Il regista anima il bambolotto che regge la spada (il tagliacarte di cui sopra); Atreo manda Egisto bambino a uccidere Tieste in cella, ma Tieste riconosce la spada – è la sua, smarrita quando stuprò Pelopia – e svela d'essere il padre di Egisto, che quindi uccide Atreo]
5. Dalle corna di Menelao a quelle di Agamennone
5.1. Menelao infuriato per il ratto di Elena*
5.2. Venti contrari sulle coste di Àulide* [tutti soffiano]
5.3. Clitemnestra addolorata per il sacrificio di Ifigenia*
5.4. Clitemnestra cova la vendetta*
5.5. Egisto torna a Micene e diventa l'amante di Clitemnestra*
[Egisto è ora interpretato da un attore]
Teatro greco di Epidauro. Foto di Anton Marlot. |
ORESTEA
I
1. Monologo della sentinella (prologo)
[Il regista dà lettura, al leggio, del testo di Eschilo; per tutto il resto dell'Orestea si farà improvvisazione]
2. Il ritorno di Agamennone (III ep.)
[Agamennone torna dalla guerra di Troia; su un carro (una sedia) siede Cassandra sua prigioniera; Clitemnestra fa entrare il re nella reggia, dove gli si prepara un bel bagno]
3. Clitemnestra sfotte Cassandra (séguito III ep.)
4. Cassandra profetizza (IV ep.)
[e gli anziani di Micene non le credono]
5. Clitemnestra ed Egisto rei impuniti (V ep. ed esodo)
[S'ode l'urlo di Agamennone; Clitemnestra esce dal palazzo brandendo il solito tagliacarte, che qui funge da scure insanguinata; gli anziani inorridiscono; Egisto la spalleggia; i due escono tronfi]
SCENA AGGIUNTA
Elettra con Oreste bambino[Il bambolotto raffigura ora Oreste; Elettra non ritiene sicuro per lui restare alla reggia, onde lo manderà lontano, a vivere da uno zio]
II
1. Oreste e Pilade presso la tomba di Agamennone (prologo)
[Oreste, cresciuto, è ora interpretato da un attore; la tomba è una sedia]
2. Elettra e le coefore (pàrodo e I ep.)
3. Oreste si rivela ad Elettra (séguito I ep.)
4. Oreste e Pilade recano a Clitemnestra l'urna cineraria (II ep.)
5. Oreste e Pilade uccidono Egisto e Clitemnestra (III ep.)
III
1. Lo spettro di Clitemnestra aizza le Erinni (prologo e pàrodo)
William-Adolphe Bouguereau, Les remords d'Oreste, 1862. |
3. Atena ordina il processo (II ep.)
4. Oreste si difende e vince (III ep.)
[Il coro ha votato, i voti son stati pari; e «Come nel Risiko, se c'è pareggio, vince la difesa!»]
5. Atena addolcisce le Erinni e tutti fanno festa (esodo)
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