Nell'intervallo ci si è pasciuti d'un magnifico buffet di dolci praglioliani, centrale la torta «di stelle», allestito per festeggiare sia la conclusione di De natura mundi sia il XXVII anniversario della prima pagina del diario di Marco Palasciano (19 dicembre 1984). Intanto il Presidente della nostra Accademia, i due Vicepresidenti (Angelo Maisto e Margot Tafuri) e il Segretario (Domenico Callipo) hanno consegnato quattro diplomi: a Roberto Alvino per aver assistito a tutte le lezioni del seminario, ad Antonio Di Franco e ad Antonio Faenza per aver assistito a 10 lezioni su 12, e a Carolina Pragliola
per essersi «in tale contesto distinta sopra tutti per l’eccellenza
degli sforzi profusi nel servire la causa palascianiana». Di séguito
riportiamo, a loro gloria, l'elenco completo dei tredici più assidui
frequentatori di De natura mundi, da chi lo seguì tutto a chi ne seguì almeno 4 lezioni:
| 12. Roberto Alvino 10. Antonio Di Franco; Antonio Faenza 7. Oscar Geremia 6. Andrea De Angelis; Graziano Mottola; Carolina Pragliola 5. Margot Tafuri 4. Domenico Callipo; Enrico Cardellino; Emiliano D'Angelo; Angelo Maisto; Matteo Mastantuoni |
Il brindisi di mezzanotte è stato introdotto dalla declamazione palascianesca del peana dantesco ad Apollo (Paradiso I 13-36).
Nella
seconda parte della lezione si è trattato, in merito al futuro
prossimo, dell'impatto psicosociale relativo alla creazione di robot
antropomorfi indistinguibili dagli esseri umani, e del conseguente
divieto di crearne; dei criminali supertecnologici, imitatori dei villains dei fumetti, e in particolare i robottizzatori sadici (operatori d'una body art estrema:
rapire persone e restituirle ai loro cari trasformate, per es., in
grandi ragni meccanici dal volto di maschera piangente, con gli organi
vitali estrusi e collegati al resto per tubi trasparenti in cui
scorreranno i fluidi biologici, mentre in altri scorrerà olio di
macchina); dell'epoca, finalmente votata al puro bene, dei robot non
antropomorfi, a foggia di fiori levitanti, e di come l'affrancamento dal
lavoro alienato renderà il mondo un paradiso; del dubbio dei
fantascientisti d'antan che ciò possa indurre l'umanità
all'ozio e portare la civiltà alla decadenza; di come, di contro, le
vite esemplari di artisti e pensatori che non dovettero lavorare per
vivere, e tuttavia di certo non oziarono, siano la dimostrazione che,
anzi, la civiltà potrà avere un balzo in avanti; della vita esemplare di
Marco Palasciano, la cui fanciullezza e adolescenza fu come abitare in un piccolo «Panopticon delle Wunderkammern» (vedi La Grande Ruota delle Umane Cose,
lezione VI), e di come se nel futuro tutti fossero come lui il
progresso spirituale supererebbe quello materiale; di alcune risorse
tecnologiche ancora inesistenti: registratori di sogni, oggetti a stasi
gravitazionale e ad azzeramento del moto inerziale, trovacose ecc.
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