giovedì 4 agosto 2011

Cronologia del gruppo anti-poetastri

Stamattina ci è giunta notizia della scomparsa da Facebook – senza preavviso alcuno – del gruppo La Superbia punita, ovvero: O buon Apollo, salvaci dalla poesia mediocre!, fondato l’anno scorso dal nostro Socio Ornamentale Nicola Legatore da Pisa e, de facto, “feudo” dell’Accademia Palasciania, dei cui ideali letterari era limpido specchio piú o meno ustorio. Riportiamo di séguito la cronologia del gruppo, sotto quella che ne fu l’immagine simbolo: Carle van Loo, Marsia spellato per ordine di Apollo (1735).





2010
Gennaio
5: Nicola Legatore fonda il gruppo. Nome originario: Diciamo BASTA alla poesia mediocre! [Vedi qui.]
7: primi insulti al gruppo.
10: raggiunta l’ima delle soglie psicologiche rallietanti, quella dei 100 iscritti.
22: il nome del gruppo muta per baroccofilia in
La Superbia punita, ovvero Diciamo basta alla poesia mediocre.

Febbraio
20-23: notevole «rissa da osteria». [Vedi qui e, ad appendice, qui.]

Marzo
7: a séguito di una querelle tra «politisti» e «grezzisti» più accanita delle precedenti, a piè della Presentazione del gruppo si aggiungono tre Note utili a scoraggiare ulteriori inutili polemiche.

I
Ciascuno è libero di giudicare ciascun altro, purché il giudizio sia intelligentemente argomentato. Perciò finiamola – per favore – con domande più o meno retoriche, ma invariabilmente inutili, come «Chi vi dà il diritto di giudicare?», «Chi vi credete di essere?» ecc. Sono stanco e annoiato – e come me tanti altri – di vedere puntualmente riproporsi le medesime impulsive proteste, come teste di un'Idra che tagliate ricrescono senza tregua, a testimonio della diffusa carenza di (auto)ironia nonché di educazione a un autentico pensiero (auto)critico.

La competenza e cortesia dei poeti "giudici" nell'analizzare le altrui poesie sarà a voi dimostrata, di contro, da ciò che in proposito reperirete nell'area discussioni, se avrete la pazienza di esplorarla. Quanti animano il gruppo sono mossi puramente da sana goliardia e, nel contempo, da genuina nobiltà d'intenti, primo dei quali quello – come detto – di «educare le masse al senno e alla beltà»; e ciò, credetemi, senza saccenza. Appannaggio, piuttosto, la saccenza, di chi senza sapere chi sia io, o Legatore, o altri, ci accusa di essere dei rigidi e frigidi "professori" ciechi alle delizie del "cuore", o peggio. Costoro io invito a informarsi meglio.


II
Per noi sono Umili coloro che non si dicono poeti pur scrivendo in versi, mediocri o meno, e Superbi coloro che si dicono poeti pur scrivendo versi mediocri. Tali Superbi sono coloro che Legatore combatte, e che noi poeti e filologi lo aiutiamo a combattere; mentre gli Umili possono star tranquilli, ché non è a loro che egli si riferisce quando tuona contro chi spaccia i propri meconii per poesia. Anzi con gioia accogliamo tutti quegli Umili che sottopongono i loro testi, desiderando migliorarsi, al giudizio dei poeti di passaggio.

III
Gli strali del gruppo si volgono contro coloro che fanno poesia mediocre a prescindere dalle tecniche usate o dal grado di cultura posseduta: nella presentazione è scritto chiaramente che i mediocri sono quelli che operano «un semplice giustapporre, spesso poi senza sapere nulla di metrica e retorica». La parola chiave è «spesso»: significa che si ammette l'esistenza di verseggiatori che sono mediocri anche se sanno tutto di metrica e retorica. E si ammette inoltre l'esistenza di poeti che, senza sapere nulla di metrica e retorica, non sono mediocri (sebbene siano, immagino, i più rari). Ciò che distingue i poeti veri dai mediocri è che i veri compongono, i mediocri si limitano a giustapporre. L'ignoranza di metrica e retorica è un'aggravante della mediocrità, quando si è mediocri, ma non qualifica di per sé un autore come mediocre.

Infine, qua nessuno della squadra antimediocri ha lanciato strali contro persone specifiche, nominabili per nome e cognome (a differenza dell'altrui straleggiarci ad personam e per giunta senza conoscere le nostre persone). Gli amici che vi taggano affettuosamente per farvi partecipi delle loro emozioni espresse in versi liberi, possono anche essere poeti veri e non mediocri. Noi però non possiamo saperlo, finché non avremo letto le loro opere. Perciò è inutile che ora vi indigniate e vi scagliate come Don Kitschotte contro i mulini a vento
.

Lo stesso giorno Legatore, finora amministratore unico del gruppo, ne nomina i primi amministratori aggiunti, scegliendoli tra poeti, filologi e goliardi «di chiara fama e di tuorlo cronopio»; tra essi il Presidente dell’Accademia Palasciania, Marco Palasciano, autore dei maggiori contributi didattici e critico-analitici, nonché delle surriportate Note.
11: si giunge a 200 iscritti.
14: il nome del gruppo, per consonanza con il mito di Apollo e Marsia che ne informa lo spirito, muta finalmente in
La Superbia punita, ovvero: O buon Apollo, salvaci dalla poesia mediocre!
14-20: si aprono nell’area discussioni le prime palestre metriche: L’aurea palestra dell’endecasillabo, L’argentea palestra del settenario, La bronzea palestra del quinario, L’elettrea palestra della mistura di endecasillabi e settenari.
19: si apre una discussione sull’anziano poeta pugliese (pen friend di Legatore, benché – a giudizio d'altri – mediocerrimo) Pio Meo Di Cesare, le cui poesie vengono contrapposte a quelle – tutt'altro che mediocri – di Andy Violet, che ha appena pubblicato Paraventi e magnesio.
26: Legatore confessa il suo riavvicinamento al fideismo (per influenza di Di Cesare, cui lo lega un rapporto che ad alcuni sembra avere del morboso); ha inizio cosí un’appassionata disputa filosofica tra lui e il Maestro Palasciano, il quale tenta di riavvicinarlo all’Illuminismo.
30: Di Cesare è ricoverato: «L'incidente che ha avuto non era davvero gran cosa», riferirà Legatore: «un leggerissimo urto tra due auto di cui una ferma, la sua [...]. Solo che [...] gli ha portato agitazione [...]. Così, al culmine dell'escalation furiosa ha avuto una sorta di collasso [...]; al che, lo stesso ragazzo con cui litigava lo ha raccolto da terra e portato di corsa all'ospedale [di] Manfredonia».
31: pubblicazione di una lettera di fuoco di Di Cesare, che con essa risponde «in ordine di infamia» a dodici membri di La Superbia punita suoi critici e sbeffeggiatori. Allorché poi Legatore gli telefona, nel pomeriggio, Di Cesare è «allegro malgrado tutto, credo anche perché soddisfatto che finalmente la sua grande sfogata sia stata pubblicata. E, a quanto pare, verrà dimesso dall'ospedale già nelle prossime ore».

Aprile
1: morte improvvisa di Di Cesare a Manfredonia.
2: è bandito il Premio di Poesia «Lamento per Pio Meo Di Cesare (1942-2010)», in collaborazione con l’Accademia Palasciania. [Vedi qui.]
16: Antonio Maggio e Marco Palasciano partecipano a un poetry slam, a Caserta, in conseguenza del quale La Superbia punita assumerà ufficialmente posizione avversa a tale pratica. [Vedi qui.]

Maggio
2: apertura del testamento di Di Cesare a San Giovanni Rotondo, presente tra gli altri eredi Legatore, il quale quindi tra lì e Vieste subisce una sequenza di esperienze traumatiche che gli provoca un grave esaurimento per cui finisce «in un fondo di letto allo spedale» e, tra l'altro, resterà lontano da Internet per venticinque giorni.

Giugno
● Intorno al 15: si giunge a 300 iscritti.

2011
Gennaio
28: cerimonia di premiazione, in Capua, del Premio di Poesia «Lamento per Pio Meo Di Cesare (1942-2010)». Vincitori: per la sezione in lingua italiana, ex æquo, Antonio Maggio con Epicedio moderno e Nicola Legatore con Grazie; per la sezione in lingua latina, Daniele Ventre con Pectora Cæsareo luctu; per la sezione mista, Andy Violet con Epigramma I, I. [Qui le quattro poesie.]

Aprile
2: essendo ormai trascorsi un anno e un giorno dalla morte di Di Cesare, viene svelato il suo grande segreto. [Vedi qui.]

Maggio
● Intorno al 10: si apre l’ultima palestra metrica, La marmorea palestra dell’esametro.

Luglio
● Intorno al 24: si giunge a 400 iscritti.

Agosto
4: intorno alle 4.00 di notte si scopre che il gruppo «è scomparso, forse nel turbine delle metamorfosi automatiche da gruppi di vecchio tipo a nuovo, alle quali per qualche motivo non è sopravvissuto. Non fosse che tutti i materiali più interessanti sono stati via via salvati esternamente [a Facebook], ci sarebbe quantomeno da svenirsene».


Finisce cosí, senza ragione e senza rumore, dopo un anno e sette mesi meno un giorno, la storia di La Superbia punita, ovvero: O buon Apollo, salvaci dalla poesia mediocre! Ma non nel nulla: di quel che s’è vissuto sarà tratto, o prima o poi, un libro.

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