«Traduzione
straordinaria, difficile non ammetterlo»: questo il succo dei discorsi
dei chiarissimi professori intervenuti alla serata di ieri in via
Kerbaker. Dieci anni, tanti quanti durò secondo il mito la guerra di
Troia, è durato il lavoro di traduzione della madre di tutti i poemi da
parte di Daniele Ventre. E finalmente giovedí 10 marzo 2011 si è tenuta in Napoli, presso la libreria Loffredo – con Corrado Calenda dell’Università Federico II di Napoli e Laurent Pernot dell’Università Marc Bloch di Strasburgo, moderatore Luigi Spina (autore della prefazione al volume, intitolata Provaci ancora, dea! e leggibile per intero qui) –, la primissima presentazione della novissima traduzione ventriana dell’Iliade di Omero, in esametri italiani, per i tipi della catanese Mesogea in figura della quale ha presenziato il direttore editoriale, Silvio Perrella.
Presente anche il traduttore, che ha tra l’altro intrattenuto
l’assemblea con un denso e brillantissimo doctiloquio a sgretolamento
d’ogni possibile obiezione al suo operato.
Ricordiamo
che Daniele Ventre – il quale, come hanno ammesso i professoroni di cui
sopra, dovrebbe insegnare all'università, mentr'invece vivacchia in un
liceo – è dal 2006 Socio Ornamentale dell’Accademia Palasciania e (tolto forse il Presidente Marco Palasciano) può attualmente considerarsi il massimo ornamento della nostra baracca barocca.
Addirittura il nostro Presidente al termine della suddetta
presentazione ha dichiarato, innanzi a commossi testimoni, di desiderare
che dopo la propria morte la carica presidenziale passi al Maestro
Ventre. E, in attesa di morire, il Maestro Palasciano – finora
dedicatosi, quanto a pubbliche lecturæ, piú che altro a quelle Dantis –
intende dedicarsi anche alla lectura Homeri. Vale a dire che, presto o
tardi, l'Accademia organizzerà la messa in scena lectoria integrale
dell’Iliade in una cinquantina di puntate.
Intanto ieri un primo ottimo assaggio di lectura Homeri in versione
Ventris si è avuto, sempre alla libreria Loffredo, per il tramite di Francesco Puccio. La serata si è piú tardi conclusa con un banchetto accademico presso la pizzeria ’A figlia d’ ’o marinaro,
durante il quale il traduttore – anche di per sé poeta – ha apposto
improvvisate dediche in esametri sul frontespizio di varie copie dell’Iliade sua, tra cui una copia ch’egli ha donata al nostro Presidente, cui cosí suona la ventriana dedica:
Celebro Hermes veloce, il figlio di Maia e di Zeus,
Hermes che appena caduto sul dorso di Terra spaziosa,
fra le ginocchia materne, bambino balzò dalla culla
e sulla via, dalla grotta uscito, incontrò, camminando,
una testuggine e fece di lei la matrice dei canti,
fece con essa la cetra sonora, trastullo ai banchetti,
consolazione alle cure e non meno tregua a sventure.
Figlio di Maia e di Zeus, concedimi il canto soave:
io mi ricordi di te e cosí di un’altra canzone.
2 commenti:
[Commento del 17 marzo 2011]
Onorato di essere socio ornamentale e dell'ipotetica nomina, che spero di ereditare il più tardi possibile :) ...
Commento solo ora perché il sito del blog sembrava paralizzato da una settimana.
Daniele Ventre
[Commento del 17 marzo 2011]
Ebbe difatti Splinder gran problemi,
che fece i blogger diventare scemi;
e tanto scimunissi il sottoscritto,
che pure a Blogger mò mi sono iscritto[*].
[* palasciano.blogspot.com]
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