2 gennaio 2018

Il mistero dell'uomo-uccello in estasi

Fuochi visti dal balcone orientale del Palascianeum a Capodanno 2018. Foto di Carolina Pragliola.

Abbraccio collettivo.
Tra domenica 31 dicembre 2017 e lunedì 1° gennaio 2018 si è tenuta in Capua, nel Palascianèum, alla presenza di 9 partecipanti e per una durata incalcolabile (giacché includeva cena e veglione di Capodanno, con tanto di abbraccioterapia allo scoccare della mezzanotte), Paleolitico supremo. Pitture rupestri delle grotte di Lascaux (circa 17.000 a.C.), la puntata n. 2 di Dal Paleolitico a Palasciania. Undici salti in accelerazione geometrica lungo la storia dell'Homo sapiens sapiens, undicesimo festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia.

Menu della cena, ideato da Enrico Cardellino, con simpatici riferimenti alla storia di Capua ecc.: aperitivo di benvenuto Torri di Federico II, antipasto Ettore Fieramosca, primo Dal Volturno al mare (fresine ai frutti di mare e pomodorini), secondo L'abbraccio della Mater Matuta (scaloppine di petto di pollo con aromi e limone), due contorni: Allegria di Carnevale (patate a tocchetti aromatizzate al rosmarino e alla cùrcuma) e Palasciano eclettico (insalata mista), frutta Cornucopia (macedonia, noci ecc.), dolci Tesoro dei principi capuani (panettone artigianale, mostacciòli ecc.), bevande Lo spirito e l'acqua santa.

La puntata n. 3 (vedi qui) si terrà – sempre gratis – domenica 14 gennaio alle ore 18.57 a Palazzo della Gran Guardia (Capua, piazza dei Giudici 6), con a seguire una degustazione di vini, e si intitolerà Neolitico. Invenzione del vino (circa 7500 a.C.).

La puntata n. 2, intanto, è consistita in una lezione-spettacolo di Marco Palasciano – comprensiva di una sessione di laboratorio pittorico, narrativo e teatrale – durante la quale si sono trattati i seguenti argomenti:

Venere di Willendorf.
L'arte paleolitica
Essenza dell'arte: l'inutilità, cioè l'eccedere la necessità. L'arte del Paleolitico: Veneri, stauette itifalliche, pitture e incisioni rupestri. Materiali pittorici: terre rosse e gialle, grasso animale e sangue. Abilità dei pittori paleolitici nella raffigurazione di animali; stilizzazione delle figure umane; assenza di riferimenti paesaggistici. L'organizzazione dello spazio decorato secondo André Leroi-Gourhan.

Lo sciamanesimo
Le prime due specializzazioni umane: cacciatore e sciamano. Maschera e bastone sciamanici. La danza e altri metodi per ottenere la trance. Il viaggio astrale verso i mondi invisibili: mondi di sopra, abitati dai maestri spirituali; mondi di sotto, abitati dagli animali di potere. Totem. L'armonia con la madre terra. Il core shamanism di Michael Harner.

Bestiario
Sondaggio: i nostri animali preferiti. — Scenetta dell'ornitorinco fessacchiotto (l'ornitorinco, che fa ancora le uova, ha il cervello sottosviluppato rispetto a quelli dei mammiferi placentati, che perciò lo sfottono e lo pigliano a schiaffetti sul becco a ripetizione; però affettuosamente). — Scenetta del coccodrillo e del piviere (Pluvianus aegyptius) che gli fa la pulizia dentale. — Scenetta dell'Alpheus bellulus (un gamberetto semicieco) e del Cryptocentrus cinctus (l'amico pesciolino che gli tozzoléja sulla testa con la coda per avvisarlo che bisogna nascondersi nella tana, incombendo predatori): vedi qui. — Il mistero dell'evoluzione della mantispa (vespa simile a una mantide). Accenno alla teoria del continuum metafisico delle strutture del mondo fisico.

Foresta di mani. Grotta di El Castillo.

Le petit ours rouge. Grotta Chauvet.
Quattro siti
El Castillo. Il più antico documento finora rinvenuto dell'attività pittorica umana: un disco rosso, databile al 38.800 a.C. circa, nella grotta di El Castillo (Puente Viesgo, Spagna). — Altamira. La grotta di Altamira (Santillana del Mar, Spagna), scoperta nel 1868 dal cacciatore Modesto Cubillas in séguito al crollo di un albero e all'addentrarsi in essa del suo cane, viene esplorata dall'avvocato Marcelino Sanz de Sautola, padrone del terreno, dal 1875; ma ad accorgersi delle pitture è, nel 1879, la sua bambina María. Il mea culpa degli archeologi malpensanti (vedi qui). Picasso: «Dopo Altamira, tutto è decadenza». Chiusura di Altamira, Lascaux e altre grotte per preservarle dai danni causati dall'alito dei visitatori; apertura di copie delle grotte. — Chauvet. La grotta Chauvet (Vallon-Pont-d'Arc, Francia), scoperta nel 1994 dallo speleologo Jean-Marie Chauvet, è visitabile sia in copia sia in virtuale (vedi qui). Esiste anche un documentario di Werner Herzog, La grotta dei sogni dimenticati (vedi qui). Il teschio d'orso sulla roccia simile a un altare. Le petit ours rouge, la figura più simpatica. Il pendente nella sala in fondo e i suoi dipinti misteriosi: il leone, la donna senza testa e il Minotauro. Il paesaggio europeo all'epoca della glaciazione Würm, simile a quello dell'odierna tundra artica: arbusti, licheni, muschio, quasi niente alberi. — Lascaux. Le grotte di Lascaux (Montignac, Francia), dette «La Cappella Sistina della preistoria», sono scoperte nel 1940 dal giovane Marcel Ravidat, anche qui in séguito al crollo di un albero, e anche qui seguendo un cane (il cane di Marcel, di nome Robot). La carica ludica ed erotica delle pitture di Lascaux secondo Georges Bataille. La mucca che salta. L'estinzione dell'uro nel 1627.

La mucca che salta. Grotte di Lascaux.

La lancia dell'uomo morto. Grotte di Lascaux.
L'uomo-uccello di Lascaux
Tra i vari ambienti delle grotte di Lascaux il più suggestivo è il cosiddetto Pozzo, o Lancia dell'uomo morto, dov'è dipinto un uomo con testa d'uccello, e con il pene in erezione, che cade all'indietro davanti a un bisonte che, ferito da una lancia, perde le interiora; nei pressi è un bastone (sciamanico?) sormontato dalla forma di un uccello (un animale di potere?). A questo punto, smorzate le luci nella sala, i partecipanti alla puntata hanno chiuso gli occhi e, a mo' di esperienza guidata, hanno ascoltato la descrizione dell'arrivo al Pozzo fatta da Pascal Quignard in L'immagine che manca ai nostri giorni (e citata in Giuseppe Zuccarino, Due immagini-chiave per Quignard: vedi qui, alle pagg. 9-10). L'«uomo morto» negli scritti di Bataille (vedi qui Maria Barbara Ponti, Georges Bataille e l'estetica del male, per es. a pag. 292, dove citando L'erotismo si accenna al senso di colpa per l'uccisione degli animali tipico delle tribù di cacciatori, come notato da Horst Kirchner, e conseguente rituale di espiazione); in Le lacrime di Eros nota l'affermarsi dell'«accordo essenziale e paradossale [...] fra la morte e l'erotismo» (vedi Zuccarino, cit., pagg. 7-8, dove il discorso sfuma su Quignard e la sua visione dell'«uomo morto desiderante»). Quignard in un'intervista: «l'uomo-uccello in erezione che cade sulla schiena in trance costituisce, per l'umanità, una straordinaria prima immagine di sé stessa». L'uomo morto di Lascaux e il tuffatore di Paestum come emblemi, per Quignard, dell'uscita da sé stessi e dalla realtà ordinaria. Infine: ogni sognatore ovvero cercatore di iperrealtà vorrebbe volare come un uccello, verso le cose uranie e iperuranie, e ha dunque una testa d'uccello.

Il laboratorio pittorico. Foto di Carolina Pragliola.

Laboratorio pittorico, narrativo e teatrale
Palasciano, a chiusa della lezione frontale: «L'arte è forse la migliore stazione da cui partire sul treno dello spirito, per il nostro viaggio verso la Verità Splendente, o quantomeno verso la verità su noi stessi in quanto esseri umani del qui e ora». Ci si è dunque dedicati a disegnare con pastelli a cera, su due cartelloni, per poi ispirarsi ai disegni e inventare delle storie, poi sceglierne una, poi rifinirla collettivamente, e infine metterla in scena. — Trama: un lupo filosofo, distratto dalla bellezza del sole al tramonto, cade nella buca di un mostruoso serpente, che ha già catturato un'oca e si prepara a divorare ambedue le prede; ma l'oca è talmente logorroica e petulante che il lupo, per non sentirla più (il serpente invece è sordo), trova la forza di saltar fuori dalla buca; incontra quindi una testuggine superstiziosa che cerca un quadrifoglio, e che sùbito dopo averlo trovato finisce inghiottita da un cetaceo spiaggiato. Morale della favola:
Un'oca – lo sa bene il Campidoglio –
dinanzi a un gallo, un serpe o un capodoglio
giova più che un tramonto o un quadrifoglio.
Cartellone I. A sinistra il cetaceo, nell'angolo in alto a a destra la testuggine della favola; in
alto, al centro, le petit ours rouge; sotto di esso e un po' a destra, l'uomo-uccello di Lascaux.

Cartellone II. Al centro, mani, tipiche nelle più antiche pitture; in basso a sinistra un cervo ferito da
una freccia; quanto alla favola, in basso al centro sono il lupo e il serpente, e in basso a destra l'oca.

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