Ecco
alcuni scatti di Alessandro Calamo (con flash, dato il buio in sala)
che ritraggono il nostro Presidente durante la messa in scena di Genesis Wunderkammer: da Adamo ad Amleto tra astratto e concreto, avvenuta l'altro ieri (come annunciato nel precedente post). Gli spettatori? una quindicina. Nel blog di Marco Palasciano potrete leggere intero il discorso introduttivo dell'evento, pagina illustrata dalle stesse quattro foto che qui seguono.
Se un vizio c'è che possa caratterizzare il nostro Presidente, come si sa, è l'accidia (lo dic'egli stesso). Da questa sua condicio (o, in latino medievale, conditio) ha tratto spunto di recente il nostro Vicepresidente, genio conclamato delle belle arti.
Orbene: presso Villa Vannucchi, in San Giorgio a Cremano (corso Roma 43/47), alle ore 19.00 di sabato 25 giugno 2011 s'inaugurerà per durare fino al 17 luglio la mostra collettiva Accidia, terzo evento della serie ispirata ai vizi capitali curata dall'associazione Spazio-Tempo Arte; e tra gli artisti esposti sarà Angelo Maisto, con la sua opera intitolata Conditio Palasciani. Venite allora, e insieme brinderemo.
[Aggiornamento: cliccando qui, vedrete la dett'opera.]
L'Istituto Palascianiano per gli Studi Euristici non esiste più. Difatti, esattamente allo scadere del nono mese
dalla sua fondazione, l'IPSE è stato riaccorpato all'Accademia
Palasciania, disciogliendosi in essa come un iceberg in un mare
tropicale.
Ciò con delibera dell'assemblea congiunta
straordinaria dei due enti tenutasi intorno alle ore 22.00 del 18
luglio 2011 a Caserta, presso la sala conferenze di Villa Maria
Cristina.
Nel corso della stessa assemblea si è altresì deliberato che l'Accademia
Palasciania abbia due Vicepresidenti anziché uno, e che oltre al
Segretario abbia un Tesoriere senza tesoro. Quindi la carica di secondo
Vicepresidente dell'Accademia è stata assegnata alla ex Vicepresidente
dell'IPSE, e la carica di Tesoriere senza tesoro è stata assegnata
all'ex Segretario dell'IPSE.
Per ulteriori dati in proposito, vedasi in Palascianopedia la sotto-vocerelativa alla seconda e ultima disputa tra Palasciania e IPSE, quindi gli ultimi quattro paragrafi della voce principale relativa all'IPSE.
Il presente post è l'ultimo del blog dell'IPSE, blog destinato
probabilmente a essere smantellato e riciclato. Addio e grazie per tutte
le visite.
Venerdì
22 luglio, alle ore 19.00, presso Palazzo Lanza (Capua, corso Gran
Priorato di Malta 25) l'Accademia Palasciania presenta Genesis Wunderkammer: da Adamo ad Amleto tra astratto e concreto. Ingresso libero. Di séguito la descrizione di quanto in programma, dal relativo comunicato stampa.
La
sala eventi della libreria Guida Capua si trasforma in una neobarocca
«camera delle meraviglie», sia pur virtuale, e nello scenario d’uno
spettacolo ibrido – a ingresso gratuito – dove la fotografia d’autore fa
da sfondo e motivo ispiratore al teatro di parola. Finanche parola
divina: Marco Palasciano declama infatti passi dal biblico Genesi, nella prima parte della performance, e, nella seconda, dall’Amleto
di William Shakespeare. Passi qua e là contaminati con frammenti
d’altre scritture antiche e moderne (soprattutto moderne: a far da malta
è Palasciano stesso). Nel contempo, sullo schermo si susseguono le
immagini catturate e rielaborate da Salvatore De Maio, per la prima parte, e da Antonio Calamo e Vincenzo Pagliuca, per la seconda. Nell’intervallo tra le due parti si esibisce alla chitarra Antonio Faenza, con pièces trascelte dal repertorio classico.
Le
immagini proposte da De Maio sono caratterizzate dall’astrazione;
quelle di Calamo e Pagliuca dalla concretezza. Le prime sono, pour ainsi
dire, «fotografie di pensieri»: se, per esempio, Palasciano intravede
in esse un capitolo del Genesi, gli spettatori stessi sono
sollecitati da De Maio a fornire una propria reinterpretazione di tali
quasi reperti medianici, facendone uno specchio psicologico, per
inserire infine eventualmente – in margine al dibattito post show – le
rispettive intuizioni in un’urna. Le immagini di Calamo e Pagliuca sono
invece tratte da un volume di cui sono coautori con Luigi Esposito, The Ghost Museum,
edito dal DISCIZIA e dedicato ai locali della facoltà di Medicina
Veterinaria dell’Università di Napoli “Federico II”, abitati da
meravigliosi quanto polverulenti reperti che – per l’incuria dell’uomo
che pure li creò (o demiurgò, se tolti alla natura) – anziché venire
collocati nelle ialine teche d’una Wunderkammer giacciono abbandonati
alla deriva nel mare dell’oblio.
Sovrapposizione di fotografie di Pagliuca e De Maio.