19 febbraio 2014

Festa al Palascianèum: Talìa apre i giochi

Domenica 16 febbraio 2014 si è tenuta in Capua, nel Palascianeum, alla presenza di 12 partecipanti e per la durata di circa tre ore, intervallo incluso (con buffet – principalmente a opera di Giuliana C. e Maria Cristina C. – a celebrazione del quindicesimo anniversario della fondazione dell'Accademia Palasciania), Cosmedia. Dalle scorregge alla musica delle sfere, la puntata n. 1 di Encyclopædia Cœlestis. Novissimo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia, ovvero la settima stagione di incontri filosofici palascianiani. La sera successiva la puntata si è replicata alla presenza di 7 partecipanti, di cui 1 già presente la domenica.

La puntata n. 2 e relativa replica (tema: vedi qui) si terranno – sempre gratis – l'una domenica 23 febbraio alle ore 17.55 nel Palazzo della Gran Guardia (Capua, lato sud-ovest di piazza dei Giudici), sede dell'Associazione Pro Loco; e l'altra lunedì 24 febbraio alle 20.55 in altra sede, la cui ubicazione potrà essere conosciuta per tempo dalle persone interessate telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook.

La puntata n. 1, intanto, è consistita in una introduzione generale al laboratorio e in una lezione-spettacolo dedicata a Talìa, musa della commedia, associata al mondo sublunare, più un gioco teatrale (il buon vecchio Una cosetta da dire; vedi qui). Di séguito l'elenco degli argomenti trattati nella lezione:

Jean-Marc Nattier, Thalia, 1739.

Prologo terra terra
La ricerca euristica. Da un libro aperto a caso: l'idea di Platone che «il corpo è per noi una tomba» (Gorgia, ca. 386 a.C., 492e); di contro, l'idea palascianiana di universo fisico come culmine dell'essere, cui dà senso finale. Sul corporeo: dall'involto Cartesio (1596-1650) al disinvolto Montaigne (1533-1592) con la sua citazione, da sant'Agostino (354-430), dell'uomo che sapeva scorreggiare a tempo di musica (come riportato in Stephen Toulmin, Cosmopolis, Rizzoli, 1991, pag. 66).

Il frontespizio del libro di Gaffurio.
Sfere celesti e Muse
Lo zodiaco come modello della bandiera europea, nonché della Ruota assiologica. Allegoria. Se vi manca l'ironia, «neanche il primo gradino del gradus ad Parnassum potete salire». Differenze tra la moderna astronomia e il sistema aristotelico-tolemaico. L'armonia delle sfere secondo Pitagora (ca. 570 a.C. - ca. 495 a.C.). I pitagorici e l'associazione delle Muse ai moti planetari e all'evoluzione dell'anima. Marziano Capella, De nuptiis Philologiæ et Mercurii (V sec. d.C.). Significato originario del termine musica. La memoria donata agli aedi dalle Muse: il potere di contemplare insieme passato, presente e futuro. Dalle tre Muse della mitologia arcaica alle nove Muse nominate dalla Teogonia (ca. 700 a.C.) di Esiodo; il significato dei nomi delle Muse; le Muse come un unico principio divino declinato nelle sue varie funzioni (vedi qui). I ruoli delle Muse come successivamente fissati dalla tradizione. La Verità Splendente dietro il velo di Maya, e le Muse quali intermediarie fra essa e l'intelligenza umana.

La citata illustrazione da Kircher.
Le Muse dal medioevo alla modernità
Il rifiuto delle Muse da parte del cristianesimo medievale. Severino Boezio, De consolathione philosophiæ (ca. 523). Leggende sulla morte di Teodorico il Grande (526). La confusione tra Muse e Arti liberali. La rivalutazione delle Muse da Boccaccio a Marsilio Ficino. Il frontespizio del De practica musicæ (1496) di Franchino Gaffurio. Un'analoga illustrazione in Athanasius Kircher, Obeliscus pamphilius, per i tipi di Ludovico Grignani, Roma, 1650, e precisamente nel libro III (Mystagogia ægyptiaca), capitolo XII (De Musarum et Apollinis mystica significatione), pag. 244.


Un preta.
Il riso di Talia davanti
all'«insensata cura de' mortali»
Il ridicolo arrabattarsi per meschinaggini degli uomini terra-terra, e l'altrettanto ridicola fissazione dei fanatici religiosi per il cielo-cielo. Il nessun valore intrinseco delle tradizioni. Ciarlatani sfondati di denari. Come la falsa saggezza di Osho (1931-1990) è smascherata dalla povertà ridicolissima delle sue argomentazioni contro l'omosessualità. Chi è abbagliato dal contingente non vede l'essenziale. Il riso di Talìa come espressione della «gioia che vi sia altro oltre». L'universo fisico può anche essere un'illusione, ma in ogni caso hanno realtà assoluta emozioni e sentimenti, da cui vanno dedotti gli autentici valori. Somma sacralità del mysterium amoris. Mercato e politica come fogne di disvalore, e conseguente disarmonia del mondo. La falsa percezione che l'epoca presente sia la peggiore. La diffusione dei diritti umani. La pessima figura della Russia di Putin e del patriarca Kirill, teatro di omofobia e sessuofobia in genere.

Letture e contorni
Hertz De Benedetti, Ifigonìa in Culide (1928); in lettura un frammento dall'atto I. L'esibizione delle pudenda sacerdotali nel risus paschalis. L'anasyrma della vecchia Baubò per far ridere Demetra. Più in basso della comicità a base di genitali c'è quella a base di escrementi. La fiaba di Giovanbattista Basile Lo scarafone, lo sorece e lo grillo (da Lo cunto de li cunti, 1634-1636). Risate su argomenti meno sconci: la raffinata comicità delle sitcom. I libri più divertenti del mondo. La «letteratura vulcanolinguistica» ovvero la linea Dante-Joyce. La condanna del polistilismo dantesco da parte di quel bamba del Bembo (Prose della volgar lingua, 1525). I petrarchisti sfottuti. Letture dal Gargantua (1534) di Rabelais: dedica ai lettori, prologo e capitolo XIII (Come qualmente Grangola s'accorse dell'intelligenza meravigliosa di Gargantua per l'invenzione d'un forbicùlo). Il ritrovamento e riperdimento del II libro della Poetica di Aristotele (384 o 383 a.C. - 322 a.C.) nel finale di Il nome della rosa (1980) di Umberto Eco, e le argomentazioni di frate Jorge contro la nobilitazione del riso. Infine l'eterna Talìa se la ride: il medioevo sta finendo.

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