31 maggio 2013

La luce del mattino in piena notte

Comunicato stampa sull'incontro n. 13 del Nuovo laboratorio euristico. Vi preghiamo di copiarlo, incollarlo e pubblicarlo ovunque; e grati vi saremo, in eterno e all'estremo.


La logica e l'amore convergono, a rischiarare il tema – più che mai buio per la maggior parte di noi – di questa puntata n. 13 che si annuncia come la più intensa e, paradossalmente, vivificante del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell’Accademia Palasciania. Come possiamo consolare veramente qualcuno che soffre per la scomparsa di una persona cara, cui magari non ha fatto in tempo a dire ti amo? Come possiamo noi stessi vincere la paura della fine, o anche solo del cambiamento, nostro e del mondo intorno? Che senso ha questo giardino pieno di buche di promesse tradite, e perché non dovrei farla finita già adesso? Una risposta c'è, ramificata ma unica; e se anche non riusciremo a maturarla nel tempo di un convivio, o di una vita, è matematico che essa sia una Verità Splendente, e non il vuoto Niente, che a dispetto è invocato dalle menti pseudomature.

L'appuntamento è per le ore 18.00 di domenica 2 giugno, a Capua o nelle vicinanze, in una sede la cui ubicazione potrà essere conosciuta dalle persone interessate telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook.

Ricordiamo che il laboratorio è completamente gratuito; che è possibile inserirsi in qualsiasi momento del suo percorso; e che ogni puntata si articola, generalmente, in un primo tempo di lezione-spettacolo e un secondo tempo di giochi comunicativi e sperimentazioni teatrali, scrittorie, musicali ecc.

In http://palasciania.blogspot.com si potrà leggere di volta in volta il resoconto delle puntate precedenti e l’annuncio delle successive.

30 maggio 2013

Un incontro di aggiornamento e dialogo

Mercoledì 29 maggio si è tenuto in Capua, nel Palascianeum, un incontro di aggiornamento e di dialogo filosofico tra Marco Palasciano e 15 partecipanti, nell'àmbito del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell'Accademia Palasciania. L'incontro, inclusivo di una cena (si ringraziano per gli gnocchi, la mozzarella e il vino Antonio V., Giuliana C. e Luigi F.), ha trattato di alcuni argomenti già affrontati nelle puntate del NLE svoltesi finora, e nei corsi di filosofia palascianiana degli anni passati, più altri argomenti proposti dai partecipanti (per es. la biodanza), per concludersi con un sondaggio in merito al gradimento delle diverse attività laboratoriali. Ecco riportati di séguito i risultati.

Un momento del convivio di mercoledì.

Particolarmente diffuso l'apprezzamento per gli esperimenti teatrali – soprattutto quelli di impianto psicodrammatico (come Sursum corda, Qualcosa che non ti ho detto e I miserabili; ma anche più spensierati, come I rifiuti umani) – nonché per giochi come Il messaggio nella bottiglia, che prevedeva l'esposizione per iscritto di pensieri personali, al pari dell'esperienza di meditazione sul monte Tifata.

Vi è anche, però, chi preferirebbe meno azione ludico-espressiva e più lezione frontale.

Altri, invece, preferirebbero meno lezione frontale e più dibattito.

Quanto ad argomenti delle lezioni, filosofia a parte, si è espresso particolare apprezzamento per due materie – psicologia e religione (a proposito di quest'ultima, è rimasta indimenticabile una puntata del 2011, Chrisztomania) – e per tre temi: il mito di Astrea e dell'Età dell'Oro, la caratterizzazione del Novecento-Duemila come epoca di transizione, e la saga del professor Coppelius.

Prossimo appuntamento: domenica 2 giugno, per la puntata n. 13 del laboratorio; vedine qui l'annuncio.

27 maggio 2013

Svelata la struttura sotterranea

Domenica 26 maggio si è tenuta in Santa Maria Capua Vetere, presso lo Studio Maisto, Rovesciate il mondo, voglio trascendere. Parmenide aveva già capito tutto e nuie stammo ancora a chesto?, la puntata n. 12 del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell'Accademia Palasciania, alla presenza del numero record di 36 partecipanti, per la durata di circa due ore. Prima, nell'intervallo e dopo si è tenuto un festino a celebrazione del XLV genetliaco di Marco Palasciano (il Presidente dell'Accademia ringrazia i due Vicepresidenti, Angelo Maisto e Margot Tafuri, per lo spazio messo a disposizione e gli agi relati; analogo ringraziamento va a quant'altre anime gentili hanno contribuito al buffet, tra cui Alessia V., Carolina P., Giuliana C., Lucia D., Luisa F., autrici dei maggiori manicaretti).

La puntata n. 13 si terrà domenica 2 giugno... anzi si è già tenuta: il presente post, sebbene datato 27 maggio, è stato scritto il 26 giugno; perdonate il ritardo.

La puntata n. 12, intanto, è consistita per il primo tempo in una lezione-spettacolo, per il secondo tempo in un paio di psicodrammi:

Un bungee jumper, moderna rilettura della figura dell'Appeso.

Possiamo ora svelare che la prima illustrazione di ciascun

post di resoconto delle varie puntate del laboratorio richiama
la figura del tarocco corrispondente alla puntata di turno.


Lezione
Lettura poetica: Marco Palasciano, Favoletta del sipario (2001). Il topos del mundus inversus. Descrizione di una stampa del 1820 ca. citata da Giuseppe Cocchiara ad apertura di Il mondo alla rovescia (1963).

La stampa del 1820 ca. citata da Cocchiara.

I due strumenti della ricerca euristica: lo slancio poetico-ludico e la deduzione logica. Sull'evoluzione biologica: come non si possa trattare di «natura» e «contronatura» in termini di usi esclusivi fissati ab æterno. Risibilità della strumentalizzazione omofobica su base biblica del dimorfismo sessuale. Shock culturale. Usi sessuali dei Marind-Anim della Nuova Guinea. Immotivatezza dei motivi religiosi. Viltà del relativismo. L'assioma noetico dell'etica universale. Psicokarma (vedi puntata n. 10). Lectura Dantis: il capovolgimento di Dante personaggio nel passare per il centro della terra (Inferno XXXIV 76-93).

Plastico dell'inferno dantesco realizzato da Palasciano al tempo
delle sue prime lecturæ Dantis e usato durante la lezione.

A questo punto Palasciano ha svelato lo schema, finora taciuto, sottostante le ventidue puntate del laboratorio: gli arcani maggiori dei tarocchi (soluzione che, come qui è detto, «è sempre stata sotto il naso dei discepoli»). Arcano XII: l'Appeso, anticamente anche detto il Traditore. Tesi della catarsi post mortem. Questione dell'atarassia. Tesi della moksha. La riconciliazione nei laboratori umanisti. Come l'etica universale dovrebbe contemplare non premio e punizione, ma dono e perdono. Francesco d'Assisi e sorella Povertà. I Saturnalia.  Carnevale, circo, teatro, gioco, magia. Il gioco nella simbologia alchemica. I tarocchi.

Gli arcani maggiori dei tarocchi disegnati da Palasciano nel 1995.

La mortificazione della carne presso i sadhu (digiunare per settimane, stare in piedi per anni, sollevare blocchi di pietra col pene ecc.). Miseria del masochismo. Importanza del relax e del piacere. Come durante l'orgasmo possano venire eccellenti idee filosofiche. «Non ha senso cercare il dolore, tanto ci penserà il dolore a cercare te». Il dolore di per sé non rende migliori. Empatia. Cura. Utilità degli psicodrammi in cui si interpreta la parte del proprio nemico ecc. Il mondo come olos e la sua percezione nell'estasi contemplativa. Danze rituali inducenti stati alterati di coscienza. Morte mistica. L'universo materiale è giustamente creato affinché le anime vi si possano incarnare. L'idea dell'eternità dell'anima non è dettata da debilità d'intelletto, per il timore della finitudine; anzi è perfettamente razionale. Il genio controintuitivo di Parmenide. Il velo di Maya. La teoria di Julian Barbour sull'inesistenza del tempo.


Tesi della centralità di ogni istante. Una definizione di “Dio” dal Liber viginti quattuor philosophorum (XII sec.): «sphæra infinita cuius centrum est ubique, circumferentia nusquam». Una allegoria palascianiana del puro essere: «una materia immateriale che occupa tutto lo spazio, in una realtà in cui lo spazio non esiste, per tutto il tempo, ma neanche il tempo esiste». Altri esempi di idee controintuitive: che il cervello non sia l'origine della coscienza, ma una sorta di sua vasca di deprivazione sensoriale; che l'eros preesista ai corpi; che si possano amare i propri nemici. La decontestualizzazione e risignificazione come metodo per stimolare l'immaginazione e sviluppare il pensiero controintuitivo. Ludolinguistica et similia: telefono guasto, traduzione maccheronica, inversione semantica, testi palindromi (qui un esempio di Giuseppe Varaldo), inversione letterale (esempio di cui si è data lettura: la Variazione n. 9 da Storia di un umanesimo negato ovvero Un sonetto ed i suoi anagrammi di Marco Palasciano).

Foto ricordo autoscattata durante l'intervallo fra il primo e il secondo tempo.

Psicodramma: I miserabili
Cinque volontari sono stati chiamati a interpretare i ruoli di altrettanti personaggi, calandosi nel loro punto di vista: un marito uso a picchiare a sangue sua moglie, un prete pedofilo, uno schiavizzatore di prostitute, un neofascista pestatore di gay ed extracomunitari, e un assassino camorrista.

Psicodramma: Scambio d'identità
Ci si è imitati l'un l'altro.

24 maggio 2013

A testa in giù tra euristica e achitsìrue

Comunicato stampa sull'incontro n. 12 del Nuovo laboratorio euristico. Vi preghiamo di copiarlo, incollarlo e pubblicarlo ovunque; e grati vi saremo, in eterno e all'estremo.




Tra mondi alla rovescia e mostri alla sghimbescia, pensiero controintuitivo e dialettica evolutiva, traduzioni sballate e tradizioni svalutate, la puntata n. 12 del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell’Accademia Palasciania vi invita a rompere gli schemi come una vetrata e a buttarvi a testa in giù, ma col piede assicurato a un elastico da bungee jumping: la noesis, o forse la poiesis, o poi si vede, meglio se bendati. Il tutto a stemperarsi nei festeggiamenti per il XLV genetliaco del Presidente dell'Accademia.

L'appuntamento è per le ore 19.15 di domenica 26 maggio, a Capua o nelle vicinanze, in una sede la cui ubicazione potrà essere conosciuta dalle persone interessate telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook.


Ricordiamo che il laboratorio è completamente gratuito; che è possibile inserirsi in qualsiasi momento del suo percorso; e che ogni puntata si articola, generalmente, in un primo tempo di lezione-spettacolo e un secondo tempo di giochi comunicativi e sperimentazioni teatrali, scrittorie, musicali ecc.

In http://palasciania.blogspot.com si potrà leggere di volta in volta il resoconto delle puntate precedenti e l’annuncio delle successive.

21 maggio 2013

Extraterrestri sul monte Tifata

Domenica 19 maggio si è tenuta in Sant'Angelo in Formis (frazione di Capua), tra piazza della Rimembranza e una cava dismessa sul monte Tifata, La forza più potente all'universo. Dalla guerra dei mondi alla pace del cuore, la puntata n. 11 del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell'Accademia Palasciania, alla presenza di 9 partecipanti, per la durata di circa due ore, intervallo incluso. L'Accademia ringrazia Damian S. e Lorenzo P. per la loro preziosa collaborazione ai sopralluoghi tifatini di giovedì scorso.

La puntata n. 12 si terrà, sempre gratis, domenica 26 maggio, a Capua o nelle vicinanze, in una sede la cui ubicazione potrà essere conosciuta dalle persone interessate – come pure l'orario preciso, probabilmente le 18.00 – telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook.

La puntata n. 11, intanto, è consistita per la prima parte in una serie di situazioni ludiche e teatrali di ambientazione fantascientifica (con spirito analogo a quello del gioco investigativo-teatrale della puntata n. 3, Londra 1889: Sherlock Holmes contro il professor Coppelius), qui di séguito descritte.

Il capitano Kirk lotta con un Gorn in Star Trek, serie 1, episodio 18. Arena.

Per cominciare, in piazza della Rimembranza si è narrato degli Pthir del pianeta Pthirion e della loro imminente invasione del pianeta Terra.

Immensamente progrediti sul piano tecnologico, ma ritardati quanto a evoluzione emotiva cioè completamente alieni a sentimenti quali amore e pietà, gli Pthir, simili a enormi piattole, si nutrono di sangue e sono dei gran buongustai, oltre a essere dei gran bastardi sadici. Hanno spedito in giro per la galassia una miriade di astronavette da ricognizione, a bordo delle quali sono gli Assaggiatori (cfr. i Razziatori di Mass effect), minuscole sonde cyborg dotate di un cervello Pthir miniaturizzato. Una navetta è atterrata anche sulla Terra. Gli Assaggiatori, dopo aver prelevato campioni di sangue dagli organismi viventi in loco, hanno riscontrato il sangue umano essere particolarmente delizioso. Devono quindi inviare verso Pthirion un segnale iperspaziale, comunicando tali dati e la posizione del nostro sistema solare, così che orde di Pthir famelici si precipitino sulla Terra per abbandonarla solo dopo aver sterminato la più parte degli esseri umani, portandosi via i superstiti per allevarli su Pthirion come animali da macello.

Ma il caso ha voluto che il sistema di segnalazione iperspaziale della navetta, per un incidente occorso durante un'orgia satanica degli Assaggiatori, sia finito bruciato e irreparabile. Perciò gli Assaggiatori sono costretti a realizzare, utilizzando i rozzi materiali presenti qui sulla Terra, un sistema di segnalazione alternativo: una torre con in cima quattro antenne tachioniche.

Il progetto della torre aliena.

Microantenna
per il controllo
mentale.
Poiché gli Assaggiatori sono solo dei minuscoli cyborg (a differenza degli Pthir al naturale, che sono mostri alti tre metri), per costruire la torre devono utilizzare manodopera umana, assumendone il controllo tramite una microantenna applicata sulla fronte di ciascun essere umano. Per inciso, non si può staccare una microantenna da un essere umano senza che essa lo uccida folgorandolo, a meno che prima si sia trovata e disattivata la centralina delle microantenne.

Conclusa l'esposizione delle informazioni di base, si è saliti da piazza della Rimembranza alla cava dismessa sul monte Tifata. Qui si è avuta una terribile sorpresa: la torre aliena era già quasi completata, mancando solo le quattro antenne tachioniche.

La torre aliena sul monte Tifata.

Bacchetta phaser.
Per formare le due squadre degli Invasati dagli Pthir e dei Partigiani in lotta contro l'invasione aliena, si è ricorsi al classico gioco del nascondino. Tutti si sono nascosti fra le rocce, la vegetazione, i ruderi e gli altri elementi del paesaggio circostante, tranne una persona: un Invasato, con in fronte una microantenna con cui veniva marionettato dagli alieni. L'Invasato, armato di una bacchetta phaser immobilizzatrice, doveva snidare un primo essere umano, applicargli sulla fronte una microantenna, provvedere anche il nuovo Invasato di bacchetta phaser, e insieme andare snidando altri esseri umani da trasformare in Invasati. Quando il numero di Invasati ha raggiunto la metà dei partecipanti, il gioco è finito, e i partecipanti rimasti umani hanno costituito la squadra dei Partigiani.

Qui si sono svolti i combattimenti di Partigiani e Invasati. Foto scattata durante
il sopralluogo di tre giorni prima (a sinistra sono visibili Damian e Lorenzo).

I Partigiani si sono quindi riuniti in discussione presso una casa abbandonata, eletta loro base operativa, a organizzare la resistenza (qualcuno avendo anche una crisi isterica: «Moriremo tutti!»), mentre gli Invasati sono andati a nascondere la centralina delle microantenne in una postazione segreta .

La base operativa dei Partigiani.

Uso vano di un phaser in Star Trek,
serie 1, episodio 1. Oltre la galassia.
Gli Invasati sono quindi riapparsi ai Partigiani, da lontano invitandoli alla resa, dicendo in gelido stile Borg «La resistenza è inutile». Poiché però nel frattempo i Partigiani sono venuti in possesso di bacchette phaser sottratte all'armeria degli Invasati, questi ultimi non hanno potuto ridurli facilmente in loro potere, avendo ogni bacchetta il potere di schermare il suo detentore dai raggi delle altre. Si è quindi svolto un combattimento basato sulla forza bruta (quali non disdegnava il capitano Kirk in Star Trek): uno contro uno, tutti i Partigiani e gli Invasati si sono sfidati nella lotta a spinta, ciascun Partigiano avendo da spingere l'avversario Invasato fuori da una zona neutrale e farlo finire nel campo dei Partigiani, ove sarebbe stato loro prigioniero, e viceversa. Alla fine del gioco, tuttavia, non si è tenuto in considerazione il risultato reale, perché occorrevano un solo Partigiano prigioniero degli Invasati, e viceversa, ai fini dell'atto teatrale successivo, diviso in due scene:

Interrogatorio del Partigiano prigioniero 
Il generatore di dolore.
Costretto su una sedia, le mani legate dietro la schiena, il prigioniero è stato torturato applicandogli sulla carne un generatore di dolore, da due Invasati tesi a strappargli informazioni sul piano dei Partigiani per impedire il completamento della torre aliena. Stupiti dalla resistenza del prigioniero, sottoposto a irradiazioni sempre più devastanti, gli alieni per bocca degli Invasati hanno domandato: «Chi pose tanta forza nel tuo cuore?». «Brutti bastardi, l'amore!» (cfr. Liù interrogata dalla principessa nella Turandot di Puccini). Poco dopo, il prigioniero è morto.

Interrogatorio dell'Invasato prigioniero
Costretto su una sedia, le mani legate dietro la schiena, il prigioniero è stato torturato applicandogli sulla carne un generatore di di dolore, da due Partigiani ansiosi di sapere dove si trovasse la centralina delle microantenne. Il suo assoluto e persistente silenzio ha fatto via via aumentare la loro ira, e di conseguenza il voltaggio del generatore. Sopraggiunto un terzo Partigiano, questi, scandalizzato dalla crudeltà dei compagni, ha ricordato loro che l'Invasato «è un essere umano, che voi state facendo soffrire invano giacché l'alieno che da sottoterra lo controlla non patisce nulla di queste torture». Gli altri due non hanno inteso ragioni, accecati dall'odio caproespiatoriale; e, vedendo svenuto il prigioniero, gli hanno gettato una secchiata d'acqua in faccia, lasciandogli il secchio in testa a sfregio. Il prigioniero allora è rinvenuto e, con sorpresa dei Partigiani e di sé stesso, si è trovato libero dall'influsso degli alieni: il secchio, di metallo, schermava la microantenna.

La centralina delle microantenne
con cui gli alieni controllavano
gli Invasati.
Si è quindi giunti al finale della storia. L'ex Invasato, sempre tenendo il secchio in testa, ha fatto da guida alla squadra dei Partigiani, alla ricerca della centralina delle microantenne. Gli Invasati dovevano cercare in tutti i modi di ostacolarli, fra l'altro cercando di toglier loro le bacchette phaser per poterli immobilizzare con le proprie, ma è stato invano: i Partigiani hanno reperito e disattivato la microantenna. Allora gli Invasati sono tornati normali esseri umani, ed essi e tutti gli altri si sono riabbracciati con gioia e commozione. (Se invece gli Invasati fossero riusciti a mettere fuori combattimento i Partigiani prima che raggiungessero la centralina, avrebbero vinto gli alieni; ma sùbito dopo si sarebbe inscenato il finale alternativo, la vittoria degli umani.)

Si è infine ridiscesi in piazza della Rimembranza. Qui Palasciano ha tenuto una lezione introdotta da un giro di presentazioni nel quale ciascuno dei presenti ha detto d'una cosa che gli dà la forza di vivere e d'una cosa che gliene leva.

Qui di séguito elenchiamo gli argomenti della lezione suddividendoli, per comodità, in tre paragrafi:

I
Le quattro forze fisiche fondamentali.
La Liù pucciniana (vedi Turandot): «Perché un dì nella reggia mi hai sorriso». La forza che viene dall'amore incondizionato. La forza che viene da una morte ingiusta di persona amata: fondazione di associazioni, religioni e simili. Imitatio Christi anche, se non soprattutto, da parte di non credenti. Homo homini deus. La meraviglia che l'essere sia. Come anche chi viva siffatte meraviglie possa avere momenti di sconforto e siano spesso i più intelligenti a suicidarsi. Il caso di Steiner in La Dolce vita di Fellini (vedi qui). Ambiguità dell'amletico «prender armi contro un mare di guai». Eroi del quotidiano, della storia, della fantasia. Cavalleria e Bushidō. Don Chisciotte. Il comandante Shepard. Supereroi e identificazione positivizzante. Supercattivi. Coppelius e altri scienziati pazzi. Gli scienziati nazisti alla ricerca del vril. La Forza in Star Wars.

II

Una rappresentazione di Brahma.
Le forze fondamentali dell'universo fisico. Questione del se le leggi fisiche, che attualmente appaiono destinare l'universo alla morte entropica, siano immutabili o in evoluzione. Nel primo caso, altra questione: se dopo la fine dell'universo vi sia l'inizio di un nuovo universo, e se esso abbia leggi uguali a quelle precedenti o diverse da esse; e, ove diverse, se consistano o no in una evoluzione di quelle precedenti. Tesi del Lila. Di contro, alla luce della tesi dell'onniscienza di chi (ente supremo o anime riunite) regoli l'universo fisico: possibilità o dell'errata interpretazione delle leggi fisiche da parte della scienza attuale (con conseguente tesi dell'eternità dell'universo, senza nulla a solverne la continuità), o dell'autopoiesi evolutiva dell'universo, similmente a una specie vivente. Tesi panteista. Questione del se le leggi fisiche esistano e basta, per possibilità infinita (ergo esisterebbe il multiverso), o se siano imposte da una volontà (ergo esisterebbe un unico universo). Preferenza per questa seconda tesi, considerato che, sebbene il puro essere non dipenda da alcuna volontà, ciò non varrebbe per l'universo fisico, quest'ultimo essendo un ente strutturato.

III

Una rappresentazione del mondo delle pure anime.
La forza assoluta del puro essere. Il controllo di essa da parte della volontà, nello strutturare l'universo fisico. Sospensione della questione di come si passi dal puro essere alla volontà. Opposizione assiologica volontà/meccanica. Come una ribellione abbia senso se fatta non per un riflesso meccanico quale la superbia, ma per giustizia, che è al tempo stesso ragione e amore. La volontà come anelito di gioco, creatività, comunione, intuizione della verità oggettiva e trasporto di tutto ciò nella vita quotidiana. Tesi per cui nel mondo delle pure anime esse siano tutte interconnesse da infiniti legami d'amore eterno che formano una sorta di reticolo a molte dimensioni, ma ciò non comporti altro che pura consapevolezza reciproca, mentre per un autentico contatto sia necessario il Gioco dell'incarnazione. In esso i qualia, senza significato nel mondo delle pure anime, assumono significato, componendosi nel linguaggio della conoscenza sensibile e della comunicazione emotiva e affettiva. Come l'odio sia una reazione meccanica, mentre l'amore è volontà.

La puntata si è conclusa con un generale scambio di segni di pace, ciascun partecipante scegliendone un altro da abbracciare.

16 maggio 2013

Distruggere giocando ansia e ipostima

Comunicato stampa sull'incontro n. 11 del Nuovo laboratorio euristico. Vi preghiamo di copiarlo, incollarlo e pubblicarlo ovunque; e grati vi saremo, in eterno e all'estremo.

Il comandante Shepard in Mass Effect 3.

Può accadere di tutto nel Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell’Accademia Palasciania. Nelle scorse puntate si è tra l'altro improvvisata una messinscena napoletana dell'«Amleto» di Shakespeare; si è interrogato un oracolo come nel tempio di Apollo a Delfi; si è ricreata la Londra del 1889 e si è giocato agli investigatori, con Sherlock Holmes a smascherare il diabolico professor Coppelius; si è tenuta una lectura Dantis in riviera; ci si è recati in un bosco montano a imitare gli antichi eremiti...

Stavolta si terrà qualcosa di simile a un'esercitazione militare, in un'atmosfera da incubo, con la Terra attaccata dagli alieni. Uno dei temi forti della puntata n. 11 sarà infatti l'amletico «prender armi contro un mare di guai», che rima con «I sette samurai»; ma, più in generale, si tratterà delle energie in gioco nell'universo materiale come in quello spirituale. Che cosa ci dà più forza di vivere? che cosa ce ne leva? in che modo affrontiamo i nostri mostri? qual è il tuo supereroe preferito? chi è la mamma del sole?...

L'appuntamento è per domenica 19 maggio, a Capua o nelle vicinanze, in una sede la cui ubicazione potrà essere conosciuta dalle persone interessate – come pure l'orario preciso, probabilmente le 18.00 – telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook.


Ricordiamo che il laboratorio è completamente gratuito; che è possibile inserirsi in qualsiasi momento del suo percorso; e che ogni puntata si articola, generalmente, in un primo tempo di lezione-spettacolo e un secondo tempo di giochi comunicativi e sperimentazioni teatrali, scrittorie, musicali ecc.

In http://palasciania.blogspot.com si potrà leggere di volta in volta il resoconto delle puntate precedenti e l’annuncio delle successive.

14 maggio 2013

Caso, fortuna, karma o psicokarma?

Domenica 12 maggio si è tenuta in Aversa, a Palazzo Parente, Anerrìphtho kýbos. Il destino nelle mani come il mondo nella mente, la puntata n. 10 del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell'Accademia Palasciania, alla presenza del numero record di 30 partecipanti, per la durata di circa tre ore, intervallo incluso. L'Accademia ringrazia Antonio Santi per aver messo a disposizione l'amenissimo locus, e Nando Pirro sia per il buffet (coronato da una torta a celebrazione del suo compleanno) sia per aver intermediato tra noi e il gentile erede di Gaetano Parente.

La puntata n. 11 si terrà domenica 19 maggio... anzi si è già tenuta: il presente post, sebbene datato 13 maggio, è stato scritto il 30; perdonate il ritardo.

La puntata n. 10, intanto, è consistita per la prima parte in una lezione-spettacolo, per la seconda parte in un gioco comunicativo:


Lezione
Il principio di indeterminazione di Heisenberg: l'imprevedibilità del futuro. Il caso ovvero l'accadere dell'imprevisto, e il suo ruolo nella dimensione ludica (e cosmoludica). Euristica e autopoiesi nei processi evolutivi. Clinamen. Telos. Differenza classica tra l'idea di fato (immutabile) e quella di destino. L'etica universale come presupposto del karma (a prescindere dalla realtà di esso o meno). Il discorso del Buddha nel Parco delle gazzelle e il cosiddetto avvio della Ruota del Dharma. La Ruota dell'esistenza. Questione della predestinazione e del libero arbitrio. Le caste come risvolto politico-sociale dell'idea di karma. Contrapposizione tra l'idea di karma e l'idea di catarsi post mortem. Come alla catarsi potrebbe conseguire forse l'atarassia, ma mai l'oblio, considerata l'onniscienza delle anime disincarnate. Come, se non vi è atarassia, possa esservi karma, ma non per necessità bensì per gioco/arte.
Il giardino di Palazzo Parente.
Contrapposizione tra l'idea induista e buddista di fusione con Dio, conseguente alla moksha, e l'idea palascianiana di eterno altalenare ludico delle anime tra mondo materiale e mondo spirituale. Questione dei Leitmotive esistenziali. David Mitchell, Cloud Atlas. Etica personale e psicokarma (o teatro dei drammi di coscienza). La realtà si curva intorno al desiderio, soprattutto inconscio. La concordia delle anime fa funzionare le leggi dell'universo e lo fa sussistere (reale o virtuale che sia). Dubbio sull'invarianza delle leggi fisiche nel tempo e conseguente paragone fra Big Bang e punto di ribaltamento dell'immagine riflessa in uno specchio sferico concavo. Nesso tra l'idea di struttura e l'idea di leggerezza. Tesi demiurgica della legge della storia coerente. Acausalità dell'essere. Differenza tra enunciati deterministici e probabilistici. Il paradosso del gatto di Schrödinger. Sintropia. Sincronicità. Apofenia. Il puro essere non ha significato. Demiurgia come associazione tra i qualia eterni e gli oggetti ed eventi del mondo materiale. L'amore come quale di primaria importanza, sul quale si focalizzerebbero le anime per generare significato e fare emergere l'universo (non per causalità ma per sincronicità). Feedback interpersonale. Kairòs. Estote parati. Non si stia in ansia per l'imprevedibile. Relax. Giulio Cesare: «Anerrìphtho kýbos».

La lezione di Palasciano a Palazzo Parente. Foto di Nando Pirro.

Gioco della Ruota delle esperienze
La Ruota degli otto campi esperienzali (versione da concerti del 2005), predecessora dell'attuale Ruota assiologica palascianiana, è stata trasformata per l'occasione in un tavoliere da gioco; sul quale, per cominciare, si sono disposti dei biglietti coperti, ciascuno recante il nome di una delle persone presenti. Quindi una pedina è stata fatta avanzare a colpi di dado, a turno, da ciascuno.
La Ruota assiologica palascianiana.
Il giocatore di turno doveva in primo luogo narrare un aneddoto personale relativo al campo esperienziale in cui «Fortuna balestrasse» la pedina (questi gli otto campi: Animalità, Irrazionale, Piacere, Amore, Progresso, Logica, Dolore, Violenza); poi, se sulla casella non era presente alcun biglietto, tirare nuovamente i dadi fino a raggiungere un biglietto: e se coperto, fare, prima di scoprirlo e di vedere chi avrebbe dovuto rispondere, una domanda in tema con il campo esperienziale in cui si trovava il biglietto; se scoperto, invece, inscenare uno psicodramma lampo in duo con la persona corrispondente, tirando un dado e comportandosi di conseguenza: dinanzi all'uscita di un numero dispari, la scena avrebbe dovuto incentrarsi sulle percosse; dinanzi a un numero pari, su un abbraccio o altro gesto amoroso.

La Ruota degli otto campi esperienziali resa tavoliere da gioco.

9 maggio 2013

La nave è alla deriva o hai tu il timone?

Comunicato stampa sull'incontro n. 10 del Nuovo laboratorio euristico. Vi preghiamo di copiarlo, incollarlo e pubblicarlo ovunque; e grati vi saremo, in eterno e all'estremo.


Giunge a metà percorso il Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell’Accademia Palasciania. La sua decima puntata si terrà domenica 12 maggio alle ore 18.00 ad Aversa, nel giardino di Palazzo Parente (via Gaetano Parente 2), e tratterà della questione di quante e quali siano le cause che pilotano le nostre vite fra alterne sventure e gioie, conflitti e amori, comiche e tragedie, in continua altalenante metamorfosi. Caso, destino, karma, demoni e dèi, libero arbitrio, inconscio, matematica...?

Ricordiamo che il laboratorio è completamente gratuito; che è possibile inserirsi in qualsiasi momento del suo percorso; e che ogni puntata si articola, generalmente, in un primo tempo di lezione-spettacolo e un secondo tempo di giochi comunicativi e sperimentazioni teatrali, scrittorie, musicali ecc.


In http://palasciania.blogspot.com si potrà leggere di volta in volta il resoconto delle puntate precedenti e l’annuncio delle successive.
Per ulteriori informazioni telefonare al 3479575971 o contattare Marco Palasciano in facebook.

7 maggio 2013

Arte e poesia: due eventi da non perdere

Mercoledì 8 maggio alle ore 17.30 presso la libreria Treves  (Napoli, colonnato di piazza del Plebiscito) si terrà nell'àmbito della VII edizione della rassegna Una piazza per la poesia, a cura di Bruno Galluccio, un reading dei quattri poeti qui sotto elencati in ordine alfabetico con tanto di link a qualche pagina che li definisca con dati essenziali; tra i nomi noterete quello del nostro Presidente:


Quanto al nostro Vicepresidente Angelo Maisto, sabato 11 maggio alle ore 19.00 presso la galleria Casa Turese (Vitulano, via Fuschi di Sopra 64, 87, 89) si terrà l'inaugurazione della sua mostra Analogie, a cura di Massimo Bignardi.

Già che ci siamo ricordiamo che nel mezzo, venerdì 10 maggio alle ore 19.00, presso la sede dell'associazione Open (Villa di Briano, via Leopoldo Santagata 159-161) si terrà il terzo incontro del Laboratorio di riconciliazione gratuito diretto da Italo Busti.
 

6 maggio 2013

Sotto il cielo di mezza primavera

Domenica 5 maggio si è tenuta in un bosco sul monte Tifata, e poi nel Palascianeum, Lontano dall'oklos per vivere l'olos. Dal mito della caverna alla caverna dell'eremita, la puntata n. 9 del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell'Accademia Palasciania, alla presenza di 17 partecipanti, per la durata di circa un'ora e mezza (senza contare il tempo dei percorsi a piedi e della cena nell'intervallo).

La puntata n. 10 si terrà domenica 12 maggio... anzi si è già tenuta: il presente post, sebbene datato 6 maggio, è stato scritto il 6 giugno; perdonate il ritardo.

La puntata n. 9, intanto, si è articolata in una lezione e un gioco:

Paolo di Tebe, primo eremita.
Lezione
Si è inizialmente trattato di come occorra, piuttosto che la mortificazione della carne, la vivificazione della carne, col dare significato alle azioni anziché agire irriflessivamente; e dell'importanza del rilassamento, e di una corretta respirazione al fine di ossigenare sufficientemente il cervello e farne predominare le componenti più evolute. Quindi si è riproposto l'incipit di una lezione del 2010 (Filosofia e Trogolo), per proseguire affrontando la questione dell'idea di “Dio” tramite un esempio di ontologia/cosmologia di tipo gnostico, immaginato da Palasciano per esercizio e discusso per la prima volta durante una lezione del 2011 (Alla base di tutto non c'è il Nulla ma il Tutto). Quindi, dopo aver trattato del Lila, del Sé superiore, di meditazione e di apofatismo e catafatismo, si è paragonata la conoscenza imperfetta all'immagine di un pianeta il cui corpo roccioso sarebbe allegoria delle cose che si siano esperite direttamente, considerate certezze, e i cui strati atmosferici sarebbero allegoria delle fantasie, via via più rarefatte, dal possibile più probabile al quasi impossibile (o, se si tratti d'una mente intaccata dalla follia, finanche all'impossibile); di contro, della conoscenza perfetta (o «Verità Splendente») sarebbe allegoria l'immagine di un pianeta senza atmosfera, simile a un compatto e inscalfibile diamante, immenso in quanto la conoscenza perfetta contiene tutto il possibile. La figura più adatta a rappresentare la Verità Splendente sarebbe tuttavia non una sfera, ma una struttura a molte dimensioni (vedi il frammento di diario palascianiano Starobinski alle undici, in aa.vv., Napoli per le strade, Azimut, 2009). La Verità Splendente può essere o semplicemente la verità sul reale (quindi un oggetto gnoseologico), o addirittura il reale stesso (quindi un oggetto ontologico: cfr. la Platonia di Barbour) nella sua forma trascendente, il cui rapporto con la realtà contingente resterebbe da indagare. Quindi si è tornati sulla teoria del Gioco dell'incarnazione, tra l'altro paragonando l'apparenza di nascita e morte al passaggio di una sfera attraverso un piano bidimensionale (cfr. Abbott, Flatlandia); e su argomenti quali l'imperfezione dell'universo (e la sopportabilità di essa grazie all'amore), la dimostrazione della non impossibilità della molteplicità delle anime (a onta del solipsismo), l'insondabilità del mistero dei qualia nonché del mistero dell'essere (la cui “forma” sarebbe non quella di una sfera, diversamente che in Parmenide, ma qualcosa che «occupa tutto lo spazio senza che uno spazio esista»); e ancora: estasi razionale, bellezza, anagogia.

Panoramica della lezione di Palasciano nel bosco. Montaggio di tre foto di Anna Laierno.

Gioco: meditazione
Distribuiti fra i partecipanti fogli e penne, a ciascuno è stato chiesto di isolarsi a meditare per cinque o dieci minuti, mettendo per iscritto le proprie riflessioni. Lasciato poi il monte Tifata e recatisi al Palascianeum, si è qui cenato, per dare nel dopocena lettura delle riflessioni fatte nel bosco e commentarle insieme. Fra i nostri “eremiti per un giorno” vi è stato, per fare qualche esempio, chi ha immaginato le anime a mo' di passeri che stiano sui rami degli alberi, in un paesaggio allegorico, e che a quando a quando volino giù a prendere domicilio nei corpi umani, che li attendono a terra come statue in attesa di prendere vita. Vi è stato chi, con gli alberi a fare sbiadire taumaturgicamente i suoi pensieri neri, si è concentrato sul contatto con la terra, tentando di sentire l'Uno. E vi è stato chi, ispirato dal brontolare di una partecipante poco partecipe – «Cinque minuti sono un'eternità!» – e contemplando disteso sull'erba i volteggi di un nugolo di ditteri («Vedo zanzare muoversi sopra di me, e sopra di loro il cielo e poi ancora lo spazio infinito...»), ha meditato sulla dialettica di caos e ordine (peraltro la penna seguendo un percorso contorto, attraversando il foglio curvando più e più volte, come a specchiare la danza degli insetti), finendo col domandarsi se tra i due vi sia vera differenza o non, piuttosto, «solo un ordine/caos diverso a seconda del modo che in quel momento pensiamo».

Due partecipanti impegnati nel gioco della meditazione.

Finale fuori programma
A puntata conclusa, quattro partecipanti sono rimasti fino a tarda sera a dialogare insieme con Palasciano su vari argomenti, anche personali. Qualcuno ha scelto questo momento per svelare un suo lutto tenuto segreto, finora, ai nuovi amici trovati in questi mesi di laboratorio. Un altro ha parlato della propria infanzia. Un terzo ha ipotizzato che, se la tecnica medica riuscisse a portare la vita umana a durare migliaia di anni, l'apparato neurale non potendo immagazzinare più di una certa mole di informazioni perderebbe interamente il ricordo, per esempio, di una grande storia d'amore antica di duecento anni, ma infine grazie all'effetto farfalla ciò che avremmo vissuto continuerebbe a influenzare le nostre vite. Infine il direttore del laboratorio, restando in tema di affetti e perdita, ha confessato all'ultimo dei presenti di aver dato lettura a sua insaputa, nell'introduzione alla puntata n. 6 (vedi qui), di un testo scritto dal giovane a margine di una foto pubblicata in facebook: il ricordo di un coetaneo – il suo migliore amico – morto in un incidente stradale pochi anni prima. La confessione è stata accolta con un sorriso, ed è stato chiesto che Palasciano desse nuovamente lettura di quel testo, ora che ne era presente anche l'autore.