14 novembre 2011

«De vulcani eloquentia», almo simposio

S'è tenuta a Palazzo Lanza domenica 13 novembre dinanzi a sedici satisfatti spettatori, lunga quasi tre ore (banchetto compreso), la lezione-spettacolo De vulcani eloquentia. Trionfo del linguaggio sull'indicibile e trionfo dell'istante sull'eternità, n. 7 del seminario di Marco Palasciano De natura mundi. L'interpretazione del mondo in ottanta giorni.

Preceduta anche stavolta da un quiz a premi (vincitore lo stesso spettatore dell'altra volta), la lezione ha trattato dei presunti limiti del linguaggio, e di come tale presunzione debba sfatarsi; di come la parola sia figlia del pensiero, e il pensiero sia figlio dell'essere stesso, che coincide con la Verità, e quindi quest'Ultima è perfettamente conoscibile, e non esiste nulla di indicibile; di come le Muse debbano prendere a «schiaffoni spirituali» i corrotti da Ate; di isomorfismo tra linguaggio verbale e non verbale, e della ridondanza; della naturale non naturalità delle lingue, del loro numero e destino, dei continua linguistici, delle lingue franche, del fallimento delle lingue artificiali,
dell'opportunità o meno d'una lingua unica mondiale, della raccapricciosa prospettiva d'un futuro unilingueggiato da qualcosa di simile all'europanto, della differenza tra le toppe dell'ignoranza e i patchwork del polilinguismo sapiente; dello stile; degli elementi semantici, sonori, retorici e citazionali; della Neolingua del 1984 di Orwell, del semianalfabetismo imperante sulle bacheche feisbucchiere, dei trattini e trattoni, di iperonimi e iponimi, dell'obsolescenza lemmatica, del recupero degli arcaismi e del Meraviglioso discorso del panstilista puro; della letteratura vulcanolinguistica e della linea Dante-Joyce-ecc.; dell'asineria del Bembo e dei petrarchisti, rei d'aver messo in mala luce Dante; di ciò che Dante credeva vero o no del proprio Inferno, e del suo fine pedagogico; dell'allegoria; della sovrapponibilità delle figure di Cristo, Prometeo, Lucifero e Icaro; di come l'arte racconti il falso per dire il vero; di come, di contro, non si debba mai scordare né quanto l'uomo sia abile a ingannare, né quanto sia facile a essere ingannato; del ruolo disambiguante e cernitorio della filosofia; del ruolo della poesia nel quadro del sinergismo delle pratiche di pensiero (cioè: dove il linguaggio scientifico non arriva, arriva il linguaggio poetico), e relativa allegoria icaria; delle false identità e delle false contraddizioni; della casistica in cui è possibile un uso lecito dell'ambiguità; dell'analogia tra il declassamento di Plutone ad asteroide e il possibile declassamento delle opere mediocri a non-arte; del malcostume degli scrittorucoli che confondono la letteratura con la sceneggiatura; del discorso diretto, indiretto, indiretto libero, proteiforme (vedi Márquez, L'autunno del patriarca) e terato-babelico (con esempi di frasi [vedi riquadro a destra]
la donna con la mano mozzata si trascina stramazzò era stramazzata si trascinò sul pavim asperso di san

Iniziagitarono. Panicapite bene. Tutti sapraberrazionno.

non sarebbato difficonvincerli

Agimmo fu sotto il suo malefico impulso che. Sub witchcraft of cette femme malheureuse.

non a kella porta, per kelli fili di speme que contene, essi due lo guidorno
 dalla Descrizione di un'orgia in un convento di Palasciano, riscrittura sperimentale d'un testo altrui); della fecondità del repertorio formale delle varie epoche; di come la natura dell'uomo sia la cultura; del progresso, e del ruolo in esso degli anziani (v. Rachel Caspari, L'evoluzione dei nonni, in «Le Scienze» n. 518, ottobre 2011); della saggezza in generale; di come trovare consolatio perfetta alla propria morte; della possibile fine dell'universo, e di come aggirare quest'estremo movente della disperazione con l'ausilio della consapevolezza dell'illusorietà del tempo; della falsa dicotomia eterno/contingente, e della falsa dicotomia universale/personale; della non paragonabilità del rapporto tra finito e infinito al rapporto tra buio e luce; della docta ignorantia di Niccolò Cusano, e della correzione di tale idea (la pura ratio non produrrà che "poligoni", OK, ma il sinergismo d'essa e della poesia indurrà nei "lati" una "curvatura") in sintonia col superamento dei paradossi di Zenone l'eleata; della visione olistica; di come un insieme di enti irrelati sia "pesante", e un insieme di enti «per legame musaico armonizzati» sia "alleviante" e dia modo di "volare".

Nell'intervallo ci si è pasciuti d'un magnifico buffet allestito in occasione del XXXV anniversario della prima poesia di Palasciano (scritta il 14 novembre 1976 insieme con altre, proseguendo la composizione il 15 novembre, per un totale di 36 testi, ispirati ad analoghe filastrocche contenute nel vol. I dei Quindici):


LA TORTA DELLA MORTA

Porta la storta,
gobba e brutta morta
nella molto corta,
vecchia, nuova sporta
una gustosa torta.

Quando apre la porta
e mangia la torta,
si brucia la morta.

O che pretendevate? l'esordiente aveva otto anni. D'altro canto, in passato (per la celebrazione del XXX anniversario) egli spacciò come prima poesia quella che in realtà era la seconda, in effetti più bella e palascianesca (per isoritmia, categoricità e linguistici guizzi d'anti-standard):

GIOCHI

Gioca a palla il mio gattino,
prende il legno il cagnolino,
colla danza gioca il sorcio,
nella melma gioca il porcio.

Quanto al buffet, senza torte di morte o porci in brago, è stato preparato e offerto dalla supergentile signorina Carolina Pragliola, di sua liberalissima iniziativa (per ringraziarla della quale le è stata donata «l'ultima copia al mondo» dei Ventidue frammenti dal canzoniere in progress), e commentato dal nostro Presidente col citare la Hypnerotomachia Poliphili: «uno regio pasto et superexcellente». Di séguito ne riportiamo il menu:

Olive e pecorino sardo
Crostini al tonno
Rotelline al prosciutto
Mini-rustici con würstel
Insalata di riso
Rustico salsiccia e friarielli
Rustico salame e provola
Crema al cioccolato fondente e cannella
Vino

Dopo l'intervallo, durante il quale la libreria ha vendute ben due copie di Prove tecniche di romanzo storico, si è tenuta una lectura Palasciani (incorniciata dal resoconto cronologico essenziale della formazione letteraria di Palasciano). Di séguito ne riportiamo il programma:

1976 (8 anni)
La torta della morta
Giochi


1986 (18)
● Frammento da Trenodia d'un cacciatore di sogni, acme della fase neoclassica


1987 (19)
Notturno

1992 (24)
● Frammento dal racconto Un compendio di storia universale


1995 (26)
Da Nel frigido corpetto vittoriano:
Come avvenne che la figlia di lord Hicks ebbe il cuore sostituito da un meccanismo a orologeria affinché il padre potesse controllarne meglio i sentimenti
Da Prospero chiude il libro della tempesta:
● Monologo interiore del professor Coppelius mentre assiste alle prove del balletto
● Frammento da Il professor Coppelius discute con lord Hicks circa l'organizzazione del giubileo
Siparietto shakespeariano, conchiuso in due mirabili terzine l'una anagramma dell'altra, dove Prospero e Miranda discutono di labirinti

1996 (27)
Da Sui termitai mostruosi dell'urbe novissima:
Il clavicembalo


2002 (33)
Da Storia di un umanesimo negato:
Sonetto «"In principio..." o forse è tutto un nastro»
● Variazione n. 1
● Variazione n. 3

● Frammento dalla Variazione n. 9


2005 (36)
Antimateria

2009 (41)
● Quattro strofe dalla traduzione isometrica del Cimitero marino di Paul Valéry

Riportiamo una di tali strofe:

Non, non!… Debout! Dans l’ère successive!
Brisez, mon corps, cette forme pensive!
Buvez, mon sein, la naissance du vent!
Une fraîcheur, de la mer exhalée,
Me rend mon âme… O puissance salée!
Courons à l’onde en rejaillir vivant!
    No, no!… Sú, in piedi! All’èra successiva!
Rompi, mio corpo, la cogitativa
forma! Mio petto, abbéverati al vento
nascente! Un fresco esala la marina,
l’anima mi ridà… O energia salina!
Corriamo all’onda in vivo frangimento!


La lezione n. 8, Chrisztomania, si terrà lunedì 21 novembre alle ore 21.30 (o al massimo 21.45) a Palazzo Fazio (Capua, via Seminario 10). Come sempre, gratis. Parte prima: Vita, mito e strumentalizzazione del personaggio piú ingombrante degli ultimi 1631 anni. Parte II: L’insostenibile leggerezza di Radio Maria: il mondo come teatro di guerra del Demonio e della Madonna.

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